Emilia - Toscana 2024
In una bella giornata autunnale alle ore sei e quarantacinque del mattino il folto gruppo milanese, si ritrovava sulla gradinata della chiesa di Santa Maria Segreta in piazza Tommaseo in Milano, aspettando il tour leader Don Maurizio e il pullman proveniente da Rovello Porro, per iniziare tutti insieme un breve viaggio in Emilia e Toscana.
Esauriti i saluti e le presentazioni tra i partecipanti e riposti i bagagli coadiuvati dall’infaticabile e esperto autista, attraversando una Milano ancora non caotica nel traffico, imbocchiamo l’autostrada del Sole A1 verso Carpi, la prima tappa del nostro viaggio.
Lungo il tragitto, essendo di buon mattino, ammiriamo il sorgere del sole che con i suoi raggi dorati illumina il paesaggio con le prime colline a est, rendendolo ancora più ridente con il suo colore verde intenso anche se l’autunno ormai incombeva. Ci attende una visita ricca di inaspettati monumenti, perchè, penso, che di Carpi si conosce soltanto la sua vocazione agricola e il suo famoso “aceto balsamico”.
Una brillante guida locale ci attende nella pittoresca piazza Re Astolfo nel centro di Carpi, iniziando a illustrare la Pieve di Santa Maria detta la Sagra in stile romanico, eretta nel 751 da Astolfo re dei Longobardi. Nel 1515 venne abbattuto quasi tutto il piedicroce per utilizzare il materiale nella fabbrica del nuovo duomo e si rifece la facciata, come la vediamo oggi, su progetto di Baldassarre Peruzzi grande architetto pittore e scenografo del cinquecento. Imponente la torre campanaria della pieve per la sua altezza di quasi 50 mt.
Arriviamo in piazza dei Martiri così chiamata per ricordare le vittime dell’olocausto nazista, piazza vastissima e scenografica sulla quale prospettano il Castello dei Pio, il teatro comunale neoclassico, l’imponente portico lungo di 52 arcate che misura 210 m. e la Cattedrale.
La Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta fu progettata da Baldassarre Peruzzi che si ispirò al modello bramantesco e raffaellesco di San Pietro in Vaticano. La facciata barocca terminata all’inizio del settecento è ornata di statue dei patroni della diocesi, la cupola è imponente ma è stata mozzata per ragioni di statica.
Entriamo nel Castello dei Pio, complesso monumentale sorto dalla fusione di vari edifici, edificato in stile rinascimentale e successivamente rimaneggiato; ricordiamo la torricella a pianta circolare detta l’Uccelliera, l’imponente Torrazzo di Galasso e la massiccia Torre del Passerino; ma la parte più spettacolare e inattesa è l’interno del Castello costituito da ampie sale affrescate, corridoi, volte cinquecentesche, scaloni, a dimostrazione dell’importanza e del mecenatismo della famiglia dei Pio che definitivamente investiti della signoria, fecero di Carpi una sede principesca del Rinascimento.
Il tour di Carpi, non poteva terminare senza la visita del Teatro Comunale, costruito in stile neoclassico da Claudio Rossi tra il 1857 e il 1860, con un prospetto colonnato con un frontone, la pianta interna a ferro di cavallo con due ordini di palchi, palco reale e loggione, la platea con pavimento in legno. Permettetemi di dire che le sorprese di Carpi non si esauriscono mai, perché quasi tutti noi non sapevamo dell’esistenza di questo teatro così liricamente esaustivo e eretto a dimostrazione della vitalità e dell’amore per la musica dei carpigiani.
Dopo una tranquilla sosta per il pranzo, riprendiamo il pullman per raggiungere Sassuolo a circa 40km.
Sassuolo notoriamente conosciuto per l’industria della ceramica e delle piastrelle, è uno dei maggiori centri industriali della regione Emilia-Romagna. Si stima che la produzione delle piastrelle per circa i tre quarti sia destinata al mercato estero e che 80% delle piastrelle italiane siano prodotte nel distretto ceramico di Sassuolo.
Qui ci attende la visita a Palazzo Ducale, una vera reggia rinascimentale di “Delizie” ovverossia luoghi destinati “al piacere di vivere ispirati alle arti, alla musica, alle feste”. Questo Palazzo Ducale è stata la principale “delizia” dei duchi di Modena e principalmente di Francesco I d’Este che fece trasformare l’antico castello di famiglia in una moderna dimora extraurbana per la corte.
La monumentale facciata del Palazzo che si affaccia su piazza della Rosa, i colossali gruppi all’ingresso, la fontana col Nettuno nel cortile, le statue dello scalone, e soprattutto le sale decorate di affreschi e stucchi, sono notevoli e ne fanno del Palazzo una delle più importanti residenze barocche dell’Italia settentrionale. Degna di nota la vasca esterna denominata il Fontanazzo adibito un tempo a piscina.
La giornata termina con l’arrivo a Pistoia per la cena e il pernottamento. Lasciamo l’Emilia-Romagna oserei dire “minore”, regione nella quale abbiamo visitato meraviglie sconosciute per molti di noi e che per la loro importanza artistica testimoniano sempre più la ricchezza e la bellezza della nostra Italia.
Il giorno successivo il gruppo si trasferisce a Prato la seconda città della Toscana per popolazione dopo Firenze, famosa fin dall’epoca medievale per la sua produzione tessile, e anche per la sua produzione di deliziosi biscotti chiamati “Cantucci”.
Siamo attesi dalla guida che ci accompagnerà nella visita del Duomo dedicato a Santo Stefano.
Si deve fare una premessa molto significativa sull’uso dei materiali per la costruzione degli edifici, specialmente quelli medievali, materiali costituiti da marmi locali di diverso colore, dando luogo a una “bicromia” che diventerà la caratteristica più rilevante non solo del Romanico locale, ma anche di quello Pisano-Lucchese.
Il Duomo a tre navate costruito in pietra di colore bianco alternantesi al verde, racchiude opere artistiche di maestranze provenienti da Firenze; ricordo le esequie di Santo Stefano grande affresco di Filippo Lippi, il pulpito esterno decorato da Donatello, il pulpito interno di Mino da Fiesole, il crocifisso ligneo attribuito a Giovanni Pisano e il suo ultimo lavoro la Madonna della Cintola.
Non si può non rimanere meravigliati dalla bellezza del pulpito esterno del Duomo, opera di Donatello e Michelozzo composto in marmo, bronzo e tessere di mosaico, “pergamo appeso come un nido all’angolo della facciata” così definito da Curzio Malaparte; e così pure la Cappella del Sacro Cingolo, eretta per conservare la preziosa reliquia della Sacra Cintola, striscia di lana verde ricamata con fili d’oro che secondo la tradizione sarebbe stata donata dalla Vergine Maria al momento della sua Assunzione in cielo, a San Tommaso.
Sono rimasto colpito dalla statuetta posta sull’altare raffigurante la Madonna col Bambino opera di Giovanni Pisano, per la leggerezza del manto della Madonna e per la dolcezza dei volti che si guardano con intenso amore materno e filiale.
Al rientro in bus a Pistoia, si continua la visita di capolavori incredibili iniziando dalla chiesa di S. Andrea in stile romanico con all’interno un altro pulpito di eccezionale bellezza, opera del sopra citato scultore Giovanni Pisano figlio di Nicola Pisano che realizzò il pulpito nel Battistero di Pisa.
La struttura esagonale di quest’opera è sostenuta da sette colonne, sei ai vertici e la settima al centro, due delle quali sorrette da leoni e una da un telamone; nelle cinque lastre scolpite rappresentanti la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli Innocenti, la Crocifissione e il Giudizio Universale, l’Artista “potè liberare la propria ispirazione” rifacendosi alla sua vocazione gotica.
Giungiamo nella piazza del Duomo noto col nome di Cattedrale di San Zeno, principale luogo di culto cattolico della città. L’edificio con campanile e battistero in stile romanico pistoiese, ha interno a tre navate con presbiterio rialzato e cripta, con copertura della navata centrale a capriate in legno. Nella navata di destra si visita la cappella di San Jacopo con l’altare d’argento che custodisce la reliquia del Santo portata da Santiago di Compostela. La narrazione dell’evento viene tenuta per noi dall’Arciprete della cattedrale con una chiara e esaustiva esposizione dei fatti che portarono ad una unione, noi diremmo a un gemellaggio, tra la cattedrale di Santiago e il duomo di Pistoia.
Al mattino del terzo giorno ci attende la bravissima guida che ci aveva già illustrato le meraviglie di Prato e di parte di Pistoia. La preparazione culturale di questa non più giovane signora, il suo garbato modo di esprimersi, la esauriente spiegazione di ogni opera d’arte, sono state per noi di grande aiuto nell’apprezzare e conoscere il perché di tante bellezze.
Iniziamo il tour dalla Chiesa di San Giovanni Fuoricivitas, complesso romanico nel centro della città, così chiamato perché all’epoca della sua fondazione si trovava al di fuori della prima cerchia di mura cittadine. La Chiesa, oltre alla caratteristica della fiancata che dà sulla via F. Crispi, in perfetto stile romanico, con una decorazione dicroma bianca e verde data dal contrasto tra marmo e serpentino di Prato, racchiude al suo interno il gruppo in terracotta invetriata bianca raffigurante la Visitazione, di Luca della Robbia, un pregevole pergamo addossato alla parete sud di Guglielmo da Pisa, raffigurante gli Evangelisti.
Proseguiamo al seguito dell’instancabile Guida, verso la Basilica della Madonna dell’Umiltà architettonicamente importante per la sua cupola cinquecentesca di notevoli dimensioni realizzata da Giorgio Vasari. L’interno molto armonico si compone di due ambienti distinti, il vestibolo e l’ottagono sovrastato dalla cupola del Vasari e decorato da tre ordini architettonici nel tamburo.
Il tour di Pistoia termina con la visita dell’ospedale del Ceppo, la più importante e ricca istituzione assistenziale pistoiese, antico ospedale fondato nel XIII secolo. Il complesso attuale deriva da una serie di aggiunte e rifacimenti all’originario edificio duecentesco. L’odierna facciata con il loggiato rinascimentale ad arcate, assomiglia all’Ospedale degli Innocenti di Firenze, ed è impreziosita e ornata dal fregio in terracotta policroma invetriata, eseguito agli inizi del XVI secolo; detto fregio suddiviso in pannelli dai vivaci colori, illustra tra l’altro, le sette opere di misericordia alternate alle virtù Cardinali e Teologali, ed è uno dei manufatti più preziosi della bottega dei Della Robbia.
Dopo una mattinata trascorsa peregrinando da un edificio religioso a un edificio civile, da una meraviglia a un’altra ancor più stupenda, approdiamo un po' stanchi, al ristorante La Bettola, nella speranza che il nome non si riferisca alla maniera di cucinare da osteria di infimo ordine….ma ahimè tale è il nome e tali sono le portate !!!
La preparatissima Guida ci richiama all’ordine e saliti sul bus partiamo alla volta di Lucca, dove dopo 45 km., arriviamo sotto le mura rinascimentali alla porta sant’Anna. Non si può non rimanere stupiti dalla maestosità di quest’opera di ingegneria civile e militare che si snoda per quasi 4 km. attorno alla città di Lucca rappresentando uno dei più importanti esempi in Europa di fortificazione alla moderna.
Ed eccoci davanti al Duomo intitolato a San Martino edificato secondo la tradizione da San Frediano, irlandese, vescovo di Lucca. La facciata che si ispira al Duomo di Pisa, è un capolavoro del romanico lucchese, costituita da un profondo portico terreno e da tre ordini di loggette superiori. Il tutto si addossa al robusto campanile merlato concluso nel XIII secolo in forme lombarde. L’originale del gruppo di San Martino e il mendico, un tempo posizionato sulla fronte esterna sorretto da due mensole, ora si trova all’interno della basilica sulla controfacciata destra. L’interno a tre alte navate già di ispirazione gotica, conserva molte opere d’arte come la Madonna in trono con bambino e santi di Domenico Ghirlandaio, l’Ultima cena di Jacopo Tintoretto e il monumento funebre a Ilaria del Carretto realizzato da Jacopo della Quercia: un vero capolavoro in marmo che raffigura la giovane nobildonna seconda moglie di Paolo Guinigi, deceduta giovanissima di parto e raffigurata come una bellissima fanciulla addormentata. Degno di nota è anche la costruzione ottagonale in marmo sita nella navata di sinistra, Tempietto del Volto Santo, contenente il venerato Volto Santo ovvero il crocifisso ligneo che la tradizione vuole realizzato dal fariseo Nicodemo ad immagine di Gesù.
La nostra infaticabile Guida prima di accompagnarci all’albergo ci porta in Piazza San Michele per ammirare dall’esterno l’omonima Chiesa situata al centro della piazza, edificata in stile romanico pisano con un’alta facciata a vela, sulla cui sommità vi è la grande statua di San Michele nell’atto di sconfiggere il drago. Siamo di fronte a un esempio di edificio romanico come detto, ma già influenzato dall’arrivo del gotico per la sua verticalità e luminosità degli spazi.
L’ultimo giorno del nostro breve tour è dedicato al completamento della visita guidata della città. Attraversando le strette vie del centro di Lucca, arriviamo di fronte alla basilica di San Frediano nell’omonima piazza. Restiamo subito stupiti dalla facciata della chiesa per la presenza di un luminoso mosaico. La presenza del mosaico sembra quasi impreziosire la semplice facciata in pietra levigata, con tre portali sobriamente decorati. L’edificio in stile romanico presenta all’interno tre austere navate divise da colonne dai fusti e dai capitelli diversi e antichi secondo gli usi delle basiliche paleocristiane. Nella navata destra si trova la Fontana Lustrale o fonte battesimale, eseguita nella XII secolo a forma di vasca circolare con tempietto centrale ornato da sculture. Da citare anche un polittico di Jacopo della Quercia e terrecotte raffiguranti l’Annunciazione e San Bartolomeo di Fra’ Mattia della Robbia.
Uscendo dalla chiesa ci incamminiamo verso la via Guinigi tra le più suggestive strade medievali della città e proseguendo su via S. Andrea ci troviamo ai piedi dell’altissima torre del palazzo appartenuto alla famiglia Guinigi. La torre coronata di lecci è un’elegante costruzione in cotto della seconda metà del ‘300.
Dopo una non breve sosta per il pranzo salutiamo la nostra impareggiabile guida e ripartiamo col bus verso Milano con una sosta per una breve visita di Torre del Lago Puccini, a ricordo del grande compositore a 100 anni dalla sua morte.
La giornata è bella ed ecco che il nostro tour leader Don Maurizio ci stupisce facendo fare all’autista una piccola digressione per visitare la Badia di Camaiore. La chiesa di San Pietro, detta la Badia, fondata dai Benedettini nel 760, è preceduta da una porta trecentesca, avanzo delle mura che cingevano il convento; l’ampio interno a tre navate coperte con capriate lignee, termina con un abside semicircolare, l’area presbiteriale è rialzata e sopra l’altare maggiore moderno, pende dal soffitto un Crocifisso. Una targa affissa al muro esterno narra della nascita della Guardia Svizzera Pontificia, unico Corpo Militare Pontificio tutt’ora esistente.
Con questa interessante e valida digressione termina il nostro breve viaggio tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, regioni entrambe ricche di storia e di opere d’arte, delle quali noi abbiamo visitato, oserei dire, le testimonianze artistiche presenti nei luoghi di minore frequentazione turistica, ma altrettanto fortemente interessanti, alla scoperta sempre del bello e del particolare.
Grazie, grazie Don Maurizio! Rimaniamo in attesa di nuove mete.
Adalberto