Un articolo di Don Maurizio a commento del grandissimo evento di domenica 17 settembre..
Donaci, o Dio, di attendere con gioiosa dedizione al canto della tua lode.
"Così la liturgia ci ha introdotto nella preghiera dell’Assemblea in questa Domenica 17 settembre in cui, nella Messa delle ore 12, abbiamo ascoltato la Missa a 8 voci “Sopra la Battaglia” di Giovanni Croce, insieme ai mottetti di Gabrieli e Monteverdi nell’ambito del Festival musicale MITO, eseguita dal Consort Maghini.
Questo evento ci ha manifestato una realtà importante e imprescindibile dell’Arte del celebrare: il canto della lode di Dio, ha bisogno di dedizione, di attenzione, di cura, di arte e proprio questo crea la gioia dell’ascolto.
La liturgia infatti non è solo parola, è poesia, è arte, è cuore, è sentimento, è canto e musica, è emozione e commozione, è movimento e contemplazione, è silenzio e ascolto ma anche un “gridare” di gioia ed esultare per la grandezza del nostro Dio. La liturgia coinvolge tutto l’uomo non soltanto la sua mente e la sua ragione. Dimenticare questa globalità della liturgia significa renderla troppo e soltanto razionale, fatta di fiumi di parole, estremamente fredda e la parola stessa, proprio perché eccessivamente moltiplicata, diventa incomprensibile anche se è nella nostra lingua parlata. Daniel Barenboim, diceva che la musica serve “a rendere fisica l’anima”.
La splendida policoralità, ascoltata in questa Messa, ci ha certamente insegnato come questa dedizione è capace di travalicare il tempo, sa coinvolgere, stupire e colmare di gioia autentica, attraverso l’ascolto, anche l’uomo di oggi.
Abbiamo vissuto un’autentica liturgia solenne perché la musica è parte integrante della Liturgia, non si può farne a meno, non è un riempitivo o una sovrastruttura. La musica apporta alla celebrazione l’aspetto lirico, festoso, di cui ha bisogno: magia dei suoni, purezza di linea melodica, ricchezza di armonia o di contrappunto... in una parola: emozione.
E noi, ascoltando, abbiamo partecipato in pienezza al rito liturgico. Infatti queste grandi opere d’arte musicale diventano esse stesse, un segno luminoso di Dio e del suo Mistero.
Ascoltando la grande musica, nata nella Chiesa, rendiamo udibile e percepibile la verità della nostra fede. Ci viene dunque da dire che, dove nascono cose del genere, c’è la Verità. Senza un’intuizione che scopra il vero centro creativo del mondo, non può nascere tale bellezza.
La percezione di tanta Bellezza fortifica in noi anche la speranza di giungere alla Gerusalemme del cielo.
Diceva Papa Benedetto XVI: “La bellezza dei riti non sarà certamente mai abbastanza ricercata, abbastanza curata, abbastanza elaborata, poiché nulla è troppo bello per Dio, che è la Bellezza infinita. Le nostre liturgie terrene non potranno essere che un pallido riflesso della liturgia, che si celebra nella Gerusalemme del cielo, punto d’arrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra. Possano tuttavia le nostre celebrazioni avvicinarsi ad essa il più possibile e farla pregustare!”
Ringrazio perché in questa Messa la bellezza di questa liturgia celeste io, e certamente non solo io, l’ho potuta pregustare"
Don Maurizio
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